Obiettivo dell'attività fisica è mantenere il più alto livello di fitness nella massima sicurezza per la gestante e, ovviamente, per il feto.
Le modificazioni nell'organismo impongono dei cambiamenti nel tipo, nella durata e nell'intensità dell'allenamento, che non potrà essere mantenuto a livelli pregestazionali, anche se esistono donne che sono in grado di tollerare un'intensa attività fisica, soprattutto se partono da un buon livello di fitness.
Se la gravida svolge un'intensa e vigorosa attività sportiva, si riscontra frequentemente un aumento del 10% dell'ematocrito entro 30 minuti dall'inizio dell'esercizio, in associazione a un incremento della frequenza cardiaca; la pressione sistolica aumenta in rapporto all'intensità dell'esercizio. Il ritorno ai valori basali si verifica entro 5 minuti dal termine dell'esercizio stesso.
Queste modificazioni del sistema cardiocircolatorio, che persistono fino a 4 settimane dopo il parto devono essere attentamente valutate nella scelta dell'allenamento da consigliare alla gestante.
È importante che la frequenza cardiaca, indice approssimativo del fitness aerobico, rimanga più bassa del 25-30% rispetto ai valori ottimali per quel tipo di esercizio al di fuori della gravidanza, per cui è importante non aumentarla al di sopra dei 140 battiti al minuto durante l'esercizio; è noto comunque alla ricerca medica, che l'esercizio a circa il 70% della FCMax non provoca alcun cambiamento nella frequenza cardiaca del feto.
È consigliabile comunque concordare col proprio medico il limite della FC per l'esercizio.
La maggior irrorazione muscolare potrebbe in teoria determinare una diminuzione dell'irrorazione utero-placentare con conseguenze negative per il feto; ma è peraltro vero che, in assenza di patologia, tale evenienza si riscontra molto raramente nella gravida che pratica attività fisica moderata .
Per quanto riguarda il sistema respiratorio, l'iperventilazione aumenta anche se non proporzionalmente all'entità dello sforzo.
L'aumento del consumo di ossigeno durante un esercizio impegnativo è infatti inferiore rispetto a quello che ci si aspetterebbe.
Questo suggerisce che la gravida non è in grado di mantenere alti livelli di attività aerobica, presentando una diminuzione della riserva polmonare e un'incapacità di compensare efficacemente lo stress di esercizi in aerobiosi.
Sistema metabolico: l'intensa attività fisica, svolta per un tempo prolungato, determina un aumento della temperatura corporea che in gravidanza è normalmente più elevata.
L'aumento della temperatura crea un rischio teorico per il feto in particolare nel primo trimestre.
È importante quindi consigliare alla gravida di non allenarsi se febbrile o in ambienti caldo-umidi. (S, Fitness, la guida completa, 2004)
Controindicazioni assolute
- Patologie cardiovascolari
- Patologie polmonari
- Incontinenza cervicale / cerchiaggio
- Gravidanza multipla a rischio di parto pretermine
- Sanguinamenti persistenti nel secondo e terzo trimestre
- Placenta previa dopo 26 settimane
- Ipertensione indotta dalla gravidanza
- Rottura delle membrane
- Minaccia di parto pretermine nelle gravidanze precedente e attuale
Controindicazioni relative
- Anemia importante
- Aritmia cardiaca non valutata
- Bronchite cronica
- Diabete di tipo I non controllato
- Obesità o BMI inferiore a 12
- Storia di vita assai sedentaria
- Restrizione della crescita fetale
- Ipertensione non controllata o pre-eclampsia
- Patologie della tiroide
- Fumatrici
- Limitazioni ortopediche
Qualora si presentino tali sintomi l'attività fisica dovrà essere sospesa
- Sanguinamenti vaginali
- Dispnea prima dell'esercizio
- Cefalea
- Capogiri
- Dolore addominale
- Debolezza muscolare
- Dolore al polpaccio o segno di swelling
- Travaglio pretermine
- Riduzione dei movimenti fetali
- Perdita di liquido amniotico