Parlando di ritardo mentale non possiamo far riferimento ad una precisa entità clinica, ma ad una sintomatologia predominante quanto comune a differenti stati patologici, che comunque fra loro differiscono per eziologia, gravità e peculiarità. L'elemento che accomuna gran parte delle definizioni formulate riguarda deficit nello sviluppo cognitivo di natura globale e stabile.
L'evoluzione nella diagnosi, nello studio e nella valutazione, ha fatto abbandonare vecchi sistemi basati quasi esclusivamente sul QI, in favore di un'indagine a più ampio spettro volta a valutare tutte le problematiche che investono le aree della personalità.
La classificazione dell'OMS si basava su 5 categorie di ritardo mentale:
5 categorie di ritardo mentale, classificazione OMS
- Soggetti borderline: con QI compreso fra 70 e 80 con capacità intellettive ai limiti della normalità
- Ritardati mentali lievi: con QI compreso fra 50 e 70, e ritenuti educabili oltre che inseribili in contesti lavorativi
- Ritardati mentali di medio grado: con QI compreso fra 30 e 50 definiti "addestrabili" ed in grado di raggiungere un certo grado di autonomia
- Ritardati mentali gravi: con QI compreso fra 20 e 30 che vanno sempre aiutati e risultano costantemente dipendenti dall'ambiente umano
- Ritardati mentali gravissimi o profondi: con QI inferiore a 20 che risultano necessitanti di sorveglianza continua
Successivamente questa classificazione è stata abbandonata, perché definire un soggetto come semplicemente ed esclusivamente "addestrabile" inibisce la fiducia sull'efficacia dei trattamenti riabilitativi e non è sostenibile nemmeno a livello teorico.
Classificazione a 3 gruppi
L'attuale classificazione a tre gruppi consente di determinare l'appartenenza di un soggetto non solo in funzione di elementi quantitativi QI, ma anche qualitativi ed eziologici.
Le tre categorie sono:
- Organici: rappresentano una minoranza della popolazione dei soggetti con ritardo mentale e si caratterizzano per un danno biologico certo
- Ambientali: sono la gran maggioranza, con una percentuale prossima al 75% e sono contraddistinti dall'assenza di un danno biologico diagnosticato e l'appartenenza ad ambienti socioculturalmente deprivati
- Indifferenziati: vale a dire quegli individui per i quali non è possibile stabilire con certezza l'appartenenza ad una delle classi soprastanti