Inserimento ed integrazione scolastica

Di Pierluigi De Pascalis

Vecchi e nuovi strumenti per l'inserimento ed integrazione scolastica del bambino disabile. Il piano educativo individualizzato.

Inserimento ed integrazione scolastica del bambino disabile hanno conosciuto, in Italia, diverse fasi caratterizzanti. Partendo dagli anni '60, sino ai giorni nostri, possiamo sottolineare una prima tappa di esclusione del soggetto per la paura nei confronti dell'handicap ed in particolare per le disabilità mentali, quindi l'esclusione del bambino dai contesti sociali e dalla scuola, e la totale delega della gestione dell'handicap a strutture speciali. La fase successiva è stata di medicalizzazione, patologizzante nei confronti dell'handicap, con completa deresponsabilizzazione da parte della scuola e degli insegnanti. Le persone portatrici di handicap vennero classificate in educabili, addestrabili ed accudibili. Con un'assoluta non operatività nei confronti dei soggetti più gravi. Le prime forme di inserimento non furono ad opera di valutazioni scientifiche, quanto successive a movimenti di contestazione di tutte le strutture pubbliche. Come risultato si ottenne un inserimento in scuole, i cui insegnanti risultavano totalmente impreparati al ruolo educativo per disabili. Molti operatori del periodo parlarono, non a caso, di inserimento selvaggio, mancando professionalità e progetti in grado di garantire il diritto allo studio.

I tempi non maturi portarono, a seguito di un passo in avanti, numerosi problemi a causa della generale demonizzazione di strutture speciali e delle figure professionali che ivi lavoravano, prese piede un'ingenua idea che, la sola integrazione, avrebbe socialmente inserito (e forse normalizzato) i soggetti portatori di handicap. Venne trascurato l'apprendimento in favore di un'improbabile opera di socializzazione. Si era in una fase di totale assenza pedagogica in grado di individuare e programmare degli obiettivi. Con l'avvento della legge quadro 104/92 ed una maggiore professionalizzazione degli insegnanti, si sono definite le fasi dell'integrazione dell'allievo in situazione di handicap, attraverso una prima diagnosi clinica e funzionale, il tracciato del profilo dinamico funzionale e del piano educativo individualizzato (PEI).
Il PEI costituisce un progetto globale di vita contenente percorsi educativi, riabilitativi e sociali. I nuovi obiettivi che si delineano non sono più di mera ed ipotetica socializzazione ma di apprendimento, sviluppo delle capacità comunicative, socializzazione, scambi relazionali. Ovviamente una legge non basta a sanare una problematica e, il processo di inserimento dell'alunno in situazioni di handicap viene realizzato con modalità differenti in virtù del diverso grado di organizzazione e professionalità della struttura. La gestione integrata del problema, il più delle volte resta teorica, soprattutto nella scuola secondaria. I modelli più frequenti sono quelli definiti "dell'emergenza" in cui è l'insegnante di sostegno a farsi carico del soggetto invalido, senza una programmazione collegiale, non vi è partecipazione alla definizione degli obiettivi educativi.

Altre situazioni offrono il modello cosiddetto del progressivo coinvolgimento in cui, gradualmente e per effetto di una maggiore professionalità e presa di coscienza, si realizza un coinvolgimento da parte del corpo docente. Il modello innovativo, oltre che essere il più auspicabile, è il più efficace ed offre, da parte dell'istituzione scolastica la realizzazione del pieno inserimento ed integrazione dell'alunno in situazione di handicap. Il soggetto entra realmente a far parte della realtà di classe e l'integrazione è massima, inoltre non è più richiesta la costante presenza dell'insegnante di sostegno nella struttura. I docenti lavorano per progetti ed è quindi fondamentale il continuo aggiornamento specifico sulle problematiche da affrontare. È importante gestire i curricoli con maggiore flessibilità, sperimentando nuove forme di organizzazione dei tempi e degli spazi.

Bibliografia

  1. Bambini, adulti, anziani e ritardo mentale
    L. Cottini
  2. Psicomotricità. Valutazione e metodi nell'intervento
    L. Cottini
  3. Didattica speciale e integrazione scolastica
    L. Cottini