Il latte fa male alle ossa? Si, ma solo se sei iscritto a Facebook

Di Pierluigi De Pascalis

Da un po' di tempo circola in rete, e soprattutto su Facebook, la notizia che bere latte e consumare formaggio faccia male alle ossa, ma siamo sicuri che sia proprio vero? E cosa accadrebbe se lo fosse?

Prima o poi Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, dovrà rispondere se non a Dio almeno alla sua coscienza per aver creato il più grosso sistema di diffusione di stupidaggini mai esistito. Una volta le sciocchezze viaggiavano lente, spesso circoscritte a piccole aree geografiche. Raramente si diffondevano in un'intera nazione e, quando accadeva, potevano essere facilmente derise e sconfessate. Chi ha qualche anno in più di sicuro ricorderà di tutti gli automobilisti che viaggiavano con un CD appeso allo specchietto retrovisore per sfuggire agli autovelox. Una bufala che si diffuse presto ma altrettanto presto scomparve. Con FaceBook è diverso, perchè il numero di stupidaggini che ogni giorno invade il social network è enorme, e per diffonderle basta cliccare su "condividi", non serve neppure avere un'automobile! Rincorrere ogni sciocchezza sarebbe una lotta persa in partenza, spiegare le ragioni è spesso noioso, e le persone preferiscono cliccare link che riportano poche frasi ad effetto.

Qualcuna di queste apocalittiche notizie merita però di essere approfondita, fermarla temo sia impossibile, ci piace troppo credere nei complotti! In questo caso mi riferisco alla storia che bere latte faccia male, addirittura farebbe male alle ossa, inducendo una loro demineralizzazione, proprio il contrario di quello che invece si è sostenuto sino a pochi anni fa, vale a dire che bere latte fosse importante per preservare le ossa in salute. Da qui l'allarme su FaceBook a fare attenzione, e a diffondere la notizia prima che sia troppo tardi, anzi prima che venga censurata. In genere più è grande la stupidaggine, più frequentemente ricorre l'invito a diffonderla prima che venga censurata! Censurata da chi non si sa bene... ma questo richiederebbe uno sforzo mentale troppo grande per l'utente medio.

Vediamo dunque per quale ragione, secondo questa teoria, il latte provocherebbe la decalcificazione delle ossa. Quello che viene affermato è che il latte contiene una quantità molto elevata di proteine, le quali indurrebbero acidità e quindi provocherebbero il rilascio di calcio dalle ossa che svolge un effetto tampone rispetto all'ambiente acido. E fin qui ci sarebbero anche degli elementi corretti, ossia l'acidità indotta da un eccesso proteico realmente può sfruttare il ruolo tampone del calcio. Infatti le stupidaggini che più facilmente si diffondono sono quelle dotate di un fondo di verità, solo che l'informazione corretta viene distorta più o meno volutamente allo scopo di creare clamore.

Il latte e la decalcificazione ossea

Innanzitutto occorre considerare che la quantità di calcio in tutto il liquido extracellulare è di circa 1grammo, va da se che indurre una perdita o una integrazione di calcio anche minima in un breve lasso di tempo esporrebbe il soggetto a condizioni di grave ipo o ipercalcemia. Per questa ragione esistono tutta una serie di azioni messe in atto dal corpo per evitare simili variazioni. Non solo, ma le variazioni nella concentrazione di calcio riguardano soprattutto la quota di calcio cosiddetta "scambiabile" ossia composti di calcio e fosfato amorfi che hanno un legame labile con l'osso e che sono in equilibrio reversibile con gli ioni calcio e gli ioni fosfato del liquido extracellulare. Questi sali scambiabili si depositano o vengono rimossi dall'osso in maniera rapida, pressochè immediata. Non è finita, anche mitocondri, fegato ed intestino contengono cospicue quantità di calcio scambiabile per un totale di circa 10grammi cui si sommano altri 5-10grammi di calcio scambiabile attraverso le ossa(1). Questo processo è attivo non solo qualora vi sia necessità di tamponare una condizione acida o di carenza ma, in senso inverso (quindi favorendo l'assorbimento) anche nel caso in cui la concentrazione di calcio dovesse salire a causa del calcio introdotto. L'accelerazione del processo di fissaggio e assorbimento si attiva per variazioni piccolissime, di anche solo 0,3grammi di calcio proprio perchè è fondamentale che la quantità in tutto il liquido extracellulare resti costante. Per contro carenze prolungate nell'introduzione di calcio portano ad attivare il rilascio di paratormone che, nel lungo periodo rischia di impoverire gravemente le ossa del loro elemento costituivo principale.

Cosa significa tutto questo? Che le ossa sono il naturale "serbatoio" del calcio, studiate (anche attraverso il controllo ormonale) affinchè il calcio possa agevolmente essere fissato o rilasciato. Per indurre un incremento di calcio tale da attivare immediatamente il processo di fissazione è sufficiente bere un bicchiere di latte. Come si può quindi ritenere che bere del latte possa determinare da una parte l'urgenza di fissare calcio sulle ossa (per evitare ipercalcemia), e dall'altra un suo rilascio dalle ossa per tamponare l'acidità? E inoltre, posto che vi sia bisogno di rilasciare calcio, perchè prelevarlo gravemente dalla ossa mediante l'intervento ormonale quando si può accedere ad una enorme quantità di calcio scambiabile? Infine, sempre volendo prendere per buona l'affermazione che l'eccesso proteico del latte determina decalcificazione, che dire nel momento in cui si mangia della carne o del pesce, magari in grandi quantitativi? Dovrebbe essere ben più rischioso (ed infatti lo è in tutti i casi in cui l'apporto proteico, a prescindere dalla fonte, è molto elevato).

Assumere troppo calcio può essere pericoloso?

L'altro allarme che pone in cattiva luce il latte e i derivati, vede come imputato proprio il calcio, e sfrutta uno studio condotto di recente e pubblicato sul British Medical Journal lo scorso febbraio(2) . Da questo articolo emergerebbe un incremento di casi di mortalità nelle donne che hanno assunto grandi quantità di calcio per periodi di tempo prolungati. Occorre però chiedersi di quali quantitativi di calcio stiamo parlando e per che periodi di tempo. Nell'articolo si precisa che sono stati analizzati regimi alimentari che prevedevano dosi di almeno 1400mg di calcio al giorno, compiendo lo studio su un periodo di tempo di quasi 20 anni! Ora, a leggere questi dati con la leggerezza che FaceBook ci regala nei tanti allarmistici messaggi si fa presto a pensare che se troppo calcio espone a tali rischi, alimentarsi con latte e derivati sia pericoloso, quindi meglio starne alla larga. Ma a leggere meglio la ricerca innanzitutto si scopre che non è stato individuato un nesso di causalità tra l'assunzione del calcio e le condizioni patologiche che hanno portato alla morte, e già qui, per usare un termine giuridico si passa dalla colpevolezza all'ipotesi di colpevolezza (ed è cosa ben diversa), in secondo luogo occorre chiedersi quanto latte occorra bere per raggiungere i livelli di 1400mg al giorno. Considerato che 100g di latte contengono circa 180mg di calcio, per raggiungere i livelli ritenuti di rischio occorre bere circa 800g di latte al giorno per un periodo adeguatamente lungo, che se non vogliamo ritenere di 20 anni, possiamo anche accorciare a 4 o 5. Il latte però non è una bevanda ma un alimento a tutti gli effetti, e francamente dubito che qualcuno possa bere quasi un litro di latte al giorno, ogni giorno, per 4 anni. Se lo facesse, prima ancora di una ricerca scientifica, dovrebbe essere il buon senso a fargli comprendere che è in errore, e non solo per via del contenuto di calcio!

Semplificare il concetto secondo cui bere un litro di latte al giorno per 4 anni è pericoloso trasformandolo in "attenti a non bere latte perchè fa male" crea una bella differenza. Un po' come, sul versante opposto, qualche anno fa venne lanciato il messaggio che bere vino faceva bene in quanto contenente resveratrolo, il resveratrolo è effettivamente un tannino con numerose virtù, peccato che per acquisirne i vantaggi partendo dal vino occorre berne dai 3 ai 5 litri al giorno. Insomma a semplificare le ricerche si corre il rischio di lanciare messaggi completamente distorti anche in presenza di un dato di partenza che è corretto.

Cosa accadrebbe se il latte fosse veramente pericoloso?

Infine, se non ci si vuole perdere in complesse analisi sui meccanismi fisiologici, è possibile fare ricorso a qualcosa di più semplice. Anche in questo caso continuiamo a dare per buone le teorie legate ai rischi connessi all'assunzione di calcio. Se così fosse occorre tenere presente che in Italia si consumano mediamente 56 litri di latte l'anno per ciascun abitante (fonte: AdnKronos), cui occorre sommare il consumo di yogurt e formaggi, tutti alimenti ricchi di proteine e calcio. Ovviamente le statistiche tengono conto anche di chi latte e derivati non li assume per nulla. Ma questo significa che c'è una fetta della popolazione che ne introduce ancora di più dei 56 litri annui, e quindi corre un rischio ancora più grave. Se il latte provocasse realmente problemi alle ossa dovremmo avere un numero di casi di osteoporosi elevatissimo mentre, stando alle statistiche, il numero di Italiani colpiti da osteoporosi è pari a poco meno di 5 milioni, di cui però l'80% è rappresentato da donne in post-menopausa (quindi con cause riconducibili all'assetto ormonale proprio di questa fase della vita), resta quindi 1 milione di altri casi non connessi alla menopausa(3) . Su una popolazione totale di oltre 60 milioni di abitanti significa che il numero di persone colpite da osteoporosi rappresenta appena l'1,6% della popolazione. In considerazione delle quantità di latte consumato invece, se davvero creasse problemi di demineralizzazione, dovremmo avere un numero di casi certamente maggiore! Non dico una epidemia, ma quasi! Per non parlare di quegli Stati in cui l'uso del latte è assai maggiore, per esempio nel Regno Unito, la quota procapite è di circa il doppio rispetto a quella Italiana, ma si registra il 23% di casi in meno di fratture ossee(4), non dovrebbe forse essere il contrario?

Non bisogna bere latte perchè gli animali adulti non lo fanno!

Infine, quelli che mi fanno più ridere (o piangere) sono quelli che sostengono che il latte faccia male, e la prova è rappresentata dal fatto l'uomo è l'unico animale che lo utilizza anche da adulto e impiega perfino quello di un'altra specie. Dico io, va bene tutto, ma non vi viene in mente che l'uomo sia l'unico a usare quello di un'altra specie perchè è l'unico animale che conosce il concetto di allevamento e mungitura? Il fatto che le altre specie animali non bevano il latte da adulti sarebbe la prova che il latte fa male? Ma scusate vi risulta allora che gli altri animali mangino la pizza margherita o lo sformato di verdure? Avete mai visto un castoro correre per dimagrire o una giraffa allenarsi per diventare più muscolosa? Avete mai sentito di un gorilla che prende integratori di proteine o di creatina, o di un coniglio che beve il chinotto? Il fatto che gli animali non facciano qualcosa (il che è tutto da verificare come dimostra il video a fondo pagina) non significa che facendola si stia correndo un rischio per la propria salute o che sia innaturale!

Se poi volete proprio prendere esempio da quello che fa una mucca, un cane o un gatto, cancellate il vostro profilo su Facebook, è una cosa innaturale, nessun altro animale lo fa!

Bibliografia

  • (1)Guyton & Hall, Fisiologia medica, Edises, sec. edizione., Napoli, 2007
  • (2) Michaëlsson K, Melhus H, Warensjö Lemming E, Wolk A, Byberg L., Long term calcium intake and rates of all cause and cardiovascular mortality: community based prospective longitudinal cohort study.
  • (3)Tarantino U. ed al, Dimensione attuale del fenomeno osteoporosi in Italia, Università di Roma Tor Vergata, divisione di Ortopedia e traumatologia
  • (4)Sferrazza A., et. al, L’osteoporosi in Italia: risorse utilizzate dal SSN e relativi costi, Italian Jurnal of Public Health, Year 9, Volume 8, Number 2, Suppl. 2, 2011

Video


Voci glossario

Carne