Il miracolo calcistico della città di Potenza

Di Jordano Nardiello

La squadra del Potenza prese consistenza e si formò l'undici dello Sport Club Lucano che, oltre al calcio, praticava varie attività sportive. Nel mese di maggio del 1921 iniziò il III campionato della Divisione Catanzaro.

La Basilicata, non potendo contare su una economia forte si aggrappò all'unica opportunità di sviluppo sociale, culturale e politico indissolubilmente legata allo sport ed in particolare allo sport da sempre "il preferito" dalle umili genti lucane: il calcio.

Un vero e proprio miracolo calcistico ebbe luogo nella città di Potenza: il capoluogo lucano si rivelò infatti capace di portare, durante gli anni Sessanta, la squadra di calcio cittadina a calcare i campi della serie B, un risultato che rimane nella storia e che oggi, neanche lontanamente, è stato sfiorato da nessuna delle compagini sportive della regione.

La storia del calcio potentino è una storia che parte da molto lontano: si iniziò a parlare di una vera e propria società di calcio a Potenza nel 1919 quando, un dinamico e appassionato giovane di Venosa decise di istituire un'organizzazione sportiva ricreativa nelle immediate vicinanze di un palazzo sede della Camera di Commercio in corso XVIII Agosto. In un periodo critico, caratterizzato dalla miseria e dall'ansia di vivere dopo le tante sofferenze inferte dal primo conflitto mondiale, l'idea di Alfredo Viviani parve un sogno irrealizzabile. Lo sport calcistico potentino è invece tuttora legato al nome di questo pioniere che, fattosi trasferire da Milano a Potenza presso l'Amministrazione Postale, riuscì a dare impulso al gioco del calcio, ne cercò proseliti, ne fu l'autentico dominatore. 1 Grazie al suo straripante entusiasmo ma anche alla competenza specifica del settore, Viviani in breve tempo diede un assetto moderno e funzionale al Potenza Sport Club. Per la società, il factotum venosino, oberato da grossi impegni, trascurò gli affetti familiari, morendo piuttosto giovane, il 7 dicembre 1937. Alfredo Viviani, nato a Venosa il 26 giugno 1889, fondatore ed animatore dell'educazione fisica e sportiva lucana, scomparve immaturamente all'età di 38 anni. La sua vecchia aspirazione fu comunque appagata e così anche la città di Potenza poté avere il suo stadio posto in posizione strategica in modo da consentire l'avvicinamento del pubblico agli impegni agonistici. Il suolo su cui ancora oggi sorge lo stadio fu espropriato con uno stratagemma inventato da Viviani e costruito con fondi provenienti dalla Provincia: poco più di un milione di lire.

Dopo la morte di Viviani, per un certo periodo il calcio a Potenza sembrò cadere nel dimenticatoio e pareva destinato a non risollevarsi più. Di quel grande sogno di Alfredo Viviani, di quel Potenza destinato alle vette più alte in campo nazionale non si parlava più. Il nome del pioniere del calcio potentino rimase però sempre vivo nella memoria degli sportivi potentini tanto che quando si trattò di ribattezzare lo Stadio Italia, il nome più logico e giusto sembrò essere proprio quello di Alfredo Viviani.

Nei primi mesi del 1921 si registrò a Potenza l'arrivo di un nutrito gruppo di reclute presso il 29° Reggimento Fanteria allora di stanza nel capoluogo lucano. Fu un avvenimento di notevole importanza per lo sport potentino in quanto la maggior parte dei giovani militari apparteneva ai distretti di Casale Monferrato, fucina di calciatori nazionali. Il Potenza poté così avvalersi delle prestazioni del centro mediano dell'Ambrosiana Inter, Ferraris, che, con il valido aiuto di altri due ufficiali, formò un undici assai quotato che dettò legge su quasi tutti i campi dell'Italia meridionale. Per merito di questi militari la squadra del Potenza prese consistenza e si formò l'undici dello Sport Club Lucano che, oltre al calcio, praticava varie attività sportive. Ne era presidente l'avvocato Leonardo Morlino, il primo dirigente attivo del sodalizio. La sua figura fu però da subito messa in ombra da quella di Alfredo Viviani che, trasferitosi da Milano, assunse le redini organizzative della società e dotò lo Sport Club Lucano di una solida struttura societaria e di una sede, anche se provvisoria, presso l'ufficio postale di Potenza. Il primo problema che la Società incontrò fu la mancanza di un campo di gioco ma a risolverlo ci pensò il 29° Reggimento Fanteria che in pochissimo tempo trasformò parte della Piazza d'Armi di Montereale, in un rettangolo di gioco. I giovani dello Sport Club Lucano iniziarono a cimentarsi ufficialmente proprio contro l'undici del 29° Reggimento che, ovviamente, era di levatura superiore. Nel primo incontro di collaudo tenutosi nel marzo del 1921 lo Sport Club Lucano subì una sonora ma salutare sconfitta: 6 a 0. Fu comunque un incontro assai vivace che entusiasmò il numeroso pubblico. Da allora a Potenza si susseguirono gli incontri amichevoli. La gara fra il 25° Artiglieria e nero scudati del 29° Fanteria fu preannunciato dai giornali come una grossa festa sportiva.

L'èlite sarè al gran completo e se i numi celesti saranno clementi nel lasciarci godere del bel sole primaverile avremo anche agio di osservare le toilettes femmini […]. Il terreno di Montereale non ha mai visto tanta folla e tanta grazia… muliebre. Notiamo fra le intervenute le signore: Tripedi, Rossi, Cutinelli, Errichelli, Messoni, Floris, Miele, Bono, Padula, Angrisani, Ricciuti, Di Sansa, e tante altre […] (2).

Nel mese di maggio del 1921 iniziò il III campionato della Divisione Catanzaro. Il 29° Fanteria di Potenza vi partecipò con forti squadroni ed ottimi elementi in tutte le specialità. Intanto lo Sport Club Lucano, il 3 luglio 1921, aprì ai soci la sua palestra nei locali dell'ex ricreatorio popolare. Sulle cronache del tempo si leggeva:

E già fervono le esercitazioni, e già entusiastiche schiere di giovani temprano i loro muscoli mentre continuano gli allenamenti al football sulla ridente pelouse di Montereale. Abbiamo l'impressione che, superato alfine il confuso periodo della preparazione, lo sport avrà ad assumere fra noi quella importanza cittadina che, nei centri modernamente evoluti, si è affermata da decenni. Certo quando si pensi che in Inghilterra i ministri del regno non temono di compromettere la loro personalità scendendo sui campi di gioco, in maglia e calzoncini, a disputare quelle partite di football che richiamano domenicalmente centinaia di migliaia di spettatori, si deve riconoscere che è lungo il cammino da percorrere, ma gli auspici promettono bene giacché grande è la passione sportiva dei giovani iscritti al nostro sodalizio giacché non manca il contributo dei locali corpi amministrativi e dei privati. La Cassa Provinciale di Credito Agrario per iniziativa del suo direttore, prof. Indrio, ha già offerto lire 500; mille lire ha votatoil Consiglio Provinciale e altre mille le ha promesse il Consorzio Agrario 3.

Con il passare del tempo la squadra cittadina si afferma sempre più da riuscire nell'impresa di battere la squadra militare per 2 a 1 il 13 agosto del 1922. Della vittoria dello Sport Club Lucano si leggeva:

La vittoria è una giusta ricompensa al valore ed alla costanza dei bravi giovanotti componenti delle squadra ed allo spirito di abnegazione dei dirigenti della Società che nulla trascurano per diffondere i sani principi dell'educazione fisica.

Frequenti furono anche gli incontri amichevoli nei paesi della provincia. Il 26 settembre 1926 si giocò a Moliterno, un centro dove lo sport era molto diffuso. L'incontro tra la giovane Unione Sportiva Moliternese e lo Sport Club Lucano si concluse sul 2 a 2. Sul campo di Montereale il 15 agosto del 1926, fu la Giovinezza di Montescaglioso ad esibirsi. Si trattò di una partita bellissima vinta nettamente dallo S. C. Lucano per 4 a 0. Gli incontri della squadra potentina, ormai tra le più forti della regione, si susseguirono in numero elevato. Nel 1931 lo S.C. Lucano giocò con l'Unione Sportiva Savoia e vinse per 2 a 1; l'8 novembre batté il Battipaglia per 3 a 0. Intanto, il 13 dicembre 1931, gli allievi del sodalizio potentino riuscirono a sconfiggere l'U.S. Melfi rifilando alla squadra federiciana addirittura quattro reti.

Col il 1932 si iniziò a parlare anche della costruzione di un veroe proprio campo sportivo a Potenza.

Il 13 ottobre 1933 il «Giornale di Lucania» annunziava che lo Sport Club Lucano avrebbe disputato il campionato di seconda divisione, la più alta aspirazione della numerosa schiera degli sportivi del capoluogo e della provincia. Il presidente del sodalizio, l'On. Franco Catalani e, ovviamente, Alfredo Viviani, furono gli artefici dell'ascesa della squadra in campo interregionale. Il primo incontro del nuovo corso si disputò il 22 ottobre del 1933, sul campo di Montereale lo Sport Club Lucano pareggiò 0 a 0 con la Torrese. Nulla da fare per i potentini nella seconda gara, quella disputata a Napoli con il forte Napoli B. che aveva tra le sue file giocatori argentini e brasiliani e si impose per 5 a 1. La prima vittoria giunse con la Paganese e fu seguita da un buonissimo pareggio conquistato a Campobasso. Il 10 dicembre 1933 la squadra potentina gioca per la prima volta a Salerno dove riesce a chiudere per la prima volta a reti inviolate. Nel frattempo continuavano le affermazioni dello S. C. Lucano al Palazzo di Governo, l'11 febbraio del 1934 infatti si riunì una speciale commissione per risolvere la questione del campo sportivo. Un solo anno fu sufficiente alla squadra potentina per essere ammessa al campionato superiore, quello di Prima Divisione. Il 20 ottobre 1934 prima partita dello Sport Club in prima Divisione e prima vittoria: fu il Trapani a farne le spese per una rete a zero. Dopo il pari con il Siracusa si giocò per la prima volta sul nuovo campo sportivo di Potenza, il Campo del Littorio, l'attuale Stadio Viviani e con il Nissena di Caltanissetta l'incontrò terminò sull'1 a 1. Intanto proseguiva anche l'attività della squadra giovanile ammessa a partecipare al campionato campano di II Divisione e non mancarono le amichevoli di lusso della prima squadra; memorabile fu quella con la forte squadra del Bari che partecipava al campionato nazionale di Serie B e che riuscirono ad imporsi soltanto per una rete a zero.

Nel 1936 lo Sport Club Lucano partecipò per la seconda volta consecutiva al campionato di I Divisione Campana. Mentre dal 1937 al 1940 in poi in Lucania, così come nel resto del Paese, si giocò con il fiato sospeso per via dei continui allarmi aerei. Scomparso il grande Viviani, si alternarono alla presidenza del Potenza i vari Buoncristiano, Santomassimo, Caputo, Barra, Bavusi, dirigenti appassionati che si occuparono di sport in un momento delicatissimo, i loro sacrifici risultarono essere davvero significativi nel mantenere in vita una società che voleva dire molto per le nostre genti povere e sofferenti. In questi anni tristi e tormentati per tutti il calcio, come gli altri sport, passò in secondo piano anche se non scomparve. A Potenza fu il Comm. Mimì Calvi ad interessarsi fattivamente della società rossoblù e il suo amore e la sua passione per il football lo portarono ad esporsi a sacrifici finanziari notevoli. Il Potenza S. C. era stato ricostruito anche se si trovava nei tempi eroici del calcio. Basti pensare che si viaggiava su di un camion che trasportava quotidianamente il grano del mulino dello stesso presidente Calvi. Si disputarono, sino al 1946, campionati di assestamento, più che altro incontri amichevoli anche se a carattere interregionale. La ricostruzione della storia del Potenza Sport Club diventa a questo punto molto laboriosa: mancano assolutamente dati precisi e l'unica cosa certa è che bisognerà attendere il 1946 per rivedere il Potenza impegnato in una competizione ufficiale. La sua ascesa sarà comunque notevole. In breve tempo si riuscì a rimettere in piedi una squadra valida e funzionale e finalmente nell'ottobre del 1947 il Potenza fu ammesso a partecipare ad un campionato nazionale: il girone S della serie C nazionale Lega Sud. L'esordio fu positivo, si impose infatti per 2 a 0 contro il San Ferdinando. La squadra lucana si comportò talmente bene nelle prime giornate che nel prosieguo del campionato peccò di presunzione perdendo inaspettatamente contro avversari di caratura inferiore. È il caso della Castellana ove i rossoblù cedettero per 2 a 0. Le cronache dell'epoca riportarono l'accaduto:

Si sa cosa sono certi campi pugliesi: delle vere trappole, sia per la limitata ampiezza dei campi di gioco, sia per l'infelice sistemazione dei recinti riservati al pubblico stesso, quasi a contatto con gli atleti. Ma non sono solo questi fattori che hanno determinato la resa a discrezione dei potentini. I giocatori del Potenza, consci del proprio valore sono talvolta spinti a sottovalutare preventivamente l'avversario. Ora è vero che nel nostro girone non esiste che una sola squadra veramente temibile il Foggia e che il Potenza non è secondo in linea di massima a nessuna di tutte le altre, ma è pur vero che nessuna partita ha il risultato scontato in partenza 4.

Il Potenza che si fece ammirare dappertutto non ebbe molta fortuna ma la squadra si fece un nome specie per la velocità e lo scatto dei suoi uomini frutto del lavoro di un allenatore tanto modesto quanto bravo: Ruggero e di un presidente che sapeva il fatto suo: Calvi. L'attesissimo confronto con la capolista Foggia si chiuse con un'amara sconfitta per una rete siglata ad un minuto dal termine. La battuta d'arresto fece così svanire i sogni di promozione e il Potenza terminò il girone d'andata al settimo posto. Anche se nel girone di ritorno la squadra fu più brillante e decisa a risalire posizioni in classifica, terminò il campionato al sesto posto con 26 punti preceduta da San Severo, Incedit, Crotone, Catanzaro e Foggia.

Il giocatore rossoblù più in auge in questo periodo era, senza ombra di dubbio, il portiere Antonio Marganella. Difese la porta del Potenza ininterrottamente per ben quattordici stagioni. Esordì in prima squadra nel girone di ritorno della stagione 1942/43 in Serie C. Nel 1944 la carriera di Marganella proseguì con il Matera in un abbozzo di torneo denominato Serie C – I Divisione meritandosi l'appellativo di "Piccolo Costagliola". L'anno dopo approdò a Tropea prima di partire soldato alla volta di Bergamo. Nella città lombarda riuscì a mettersi in luce tanto da meritarsi un elogio disinteressato di Giuseppe Meazza che disputava con l'Atalanta il primo campionato postbellico. Terminato il servizio militare, nella stagione 1946/47 fece ritorno a Potenza difese la porta rossoblù fino alla stagione 1955/56. Dopo una breve parentesi di un anno nelle file del Melfi fece ritorno a Potenza. L'annata 1959/60 fu l'ultima stagione agonistica che Marganella disputò prima di appendere le scarpette ed i guanti al chiodo e dedicarsi esclusivamente alla famiglia e al lavoro.

In quegli anni il calcio divenne un argomento d'attrazione particolare tanto che i solerti dirigenti dell'epoca organizzarono un incontro internazionale tra lo S. C. Potenza e la Cecoslovacchia, forte del famigerato Kubala. Si trattò di un incontro impari ma che rese orgogliosi potentini tutti.

Con il finire della guerra gli incontri si disputarono sempre sul campo Viviani che, sensibilmente danneggiato dal conflitto, era stato trasformato dagli alleati in una rimessa d'auto. Fu grazie al laborioso e lungo lavoro del fiduciario del CONI, Salvatore Pica, che il campo tornò ad essere adibito alle attività sportive. In particolare fu rimessa a nuovo la pista di atletica, la prima in tutta Italia ad essere costruita con una nuova miscela chimica prodotta dopo due anni di esperimenti dalla ditta Checchetti di Roma 5.